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Intervista fatta all'autrice Emma dal blog "I libri di Lo"

Potete leggere questa intervista anche al sito http://libridilo.blogspot.it/2012/12/recensione-di-petali-di-sangue-di-emma.html .

Ringrazio di cuore Lorenza per questa opportunità. A voi tutti, buona lettura! Emma.

LO: Ciao Silvia. Prima di tutto benvenuta sul mio blog e grazie per la tua disponibilità.


S.: Grazie mille a te per questa occasione. La mia prima intervista…



LO: La prima domanda che vorrei farti per quanto banale è perché hai scelto di pubblicare con uno pseudonimo che trae in inganno sulle tue origini italiane? Ha un significato particolare per te o credevi semplicemente che Emma K. Clarke suonasse meglio di Silvia Tessari?



S.: Sicuramente Emma K. Clarke suona meglio di Silvia Tessari. Oltretutto hai idea di quante Silvia Tessari ci siano solo nella regione del Veneto? Siamo in tantissime. Ci sono giorni in cui mi sento una gocciolina dentro un vasto oceano. A dire tutta la verità ho scelto uno pseudonimo inglese per trarre in inganno quei lettori convinti che le autrici americane siano più brave a scrivere delle nostre grandissime autrici italiane. Se ci fermiamo un secondo a riflettere, quanti sono i lettori che comprano un libro di un’autrice esordiente italiana, oltretutto autopubblicato? Una piccola piccola minoranza. Sono sicura che moltissimi fra questi lettori si limitano a comprare libri di autrici già conosciute, senza accorgersi che ci sono meravigliose perle da leggere anche fra la piccola e media editoria. Posso citarti solo alcune fra le tanti autrici a cui mi riferisco, come Paola Boni, Francesca Angelinelli, Anna Grieco, Sabrina Rizzo…potrei continuare tutto il giorno.



LO: Hai proprio ragione e non mi vergogno ad ammettere (come i miei follower già sanno) che fino a poco tempo fa appartenevo a quella schiera di prevenuti verso gli scrittori nostrani… Per fortuna mi sono vista costretta a rivedere le mie opinioni. Ma proseguiamo con le domande.

Come è nata l’idea per la trama del tuo libro? Ti sei ispirata a qualche romanzo o film?



S.: Bella domanda.

Penso che uno scrittore prenda ispirazione da tutto quello che vede, che legge, che prova sulla sua pelle, però non mi sentirei di nominare un film o un romanzo in particolare. Diciamo che ho preso spunto un po’ da tutto. Di solito quando comincio a scrivere un libro, traccio una trama sommaria su di un foglio e poi scrivo un piccolo riassunto per ogni capitolo, per svilupparlo successivamente. Posso solo farti pensare a quanto una storia possa cambiare da una trama abbozzata alla vera e propria stesura del libro. I personaggi e le loro azioni cambiano continuamente. Ci sono volte in cui stupisco me stessa per quello che ho scritto. 

 

LO: Non voglio rubarti troppo tempo, ma immagino che prima di diventare una scrittrice tu sia stata (e probabilmente sia ancora ora) una lettrice: che genere di libri ti piace leggere?


S.: Leggo di tutto: sono un’accanita lettrice. Adoro il genere urban fantasy (credo si sia capito fin troppo bene), ma adoro leggere anche thriller (Jeffery Deaver è uno dei miei autori preferiti) oppure romanzi sentimentali come quelli di Nicholas Sparks, James Patterson (ho adorato “Domeniche da Tiffany”). Sono una divoratrice onnivora di libri: mi piace qualsiasi genere, a patto che sia scritto in maniera coinvolgente.


LO: E per concludere hai un consiglio da dare agli aspiranti scrittori?


S.: Io mi sento ancora un’aspirante scrittrice. Ho molto da imparare e il desiderio è sempre lo stesso: trovare qualcuno (in tal caso una casa editrice) che creda nei miei lavori. Non mi sento affatto  una scrittrice. Però un consiglio mi sento di darlo. Non smettete mai di leggere, di accettare consigli, di coltivare la vostra passione, non arrendetevi davanti ad un contratto di pubblicazione a pagamento, non sentitevi già scrittori perché c’è sempre da imparare, anche dal lettore che vi critica pesantemente. L’importante è non sfociare negli insulti. Credo che sia possibile ogni tipo di confronto, anche nel mondo dell’editoria. Partecipate a concorsi letterari, mandate romanzi a destra e sinistra, fateli leggere alla persona che vi critica di più (una persona però a cui piaccia il genere che scrivete), perché sarà l’unica che vi darà un parere sincero sulla vostra opera.
Con questo concludo e ringrazio molto per questo piccolo spazio nel tuo blog carissima.
Un abbraccio. Emma/ Silvia.


Ancora un ringraziamento di cuore a Silvia per essersi fatta rubare un po’ di tempo e un grande in bocca al lupo.
A questo punto posso davvero salutarvi, quindi passo e chiudo.

Mi accorgo solo a capitolo concluso quanto ci sia di me stessa in quelle righe: le mie emozioni, come avrei reagito in una data situazione, cosa avrei desiderato fare. Sono dell’opinione che in ogni libro ci sia un pezzo della vita dell’autore, ma non vi dirò quale pezzettino c’è della mia vita in “Petali di sangue”.

LO: E i tuoi personaggi sono modellati su persone che conosci realmente o sono solo frutto della tua fantasia?


S.: Come ho già detto, alcune azioni dei personaggi sono modellate sull’autrice, altre invece non hanno nulla a che fare con me o con chi conosco. Forse inconsciamente non me ne rendo conto nemmeno io. Pensa che i lettori sono i primi a trovare delle analogie tra i miei personaggi e la loro vita. Nel primo libro che ho scritto (mai pubblicato) avevo inserito praticamente tutta la mia famiglia tra i personaggi, poi con il tempo ci si accorge che è un’azione azzardata perché si pensa sempre a cosa farebbe quella persona in una determinata situazione. Ho evitato di rifare lo stesso errore nei miei scritti successivi.


LO: Petali di sangue è un libro autoconclusivo o credi di riportare sulla carta Giosy e Carter per dare un seguito alla loro storia?


S.: Sinceramente voleva essere un libro autoconclusivo. In un mondo di saghe fantasy, mi sembrava di fare un regalo al mio scritto rendendolo autoconclusivo, però tutti i lettori finora chiedono un seguito… adesso mi ritrovo in mezzo a due fuochi e non so cosa fare. Dico solo questo: vedremo se il tempo e le idee saranno ideali. Non vorrei deludere i lettori con un seguito che rischia di sfociare in una pallida imitazione del primo libro.
Se dovessi scrivere una buona trama e ne uscisse un buon libro, allora potrei anche pubblicarlo, ma al momento ci sono troppi “se” per darti una vera risposta.



LO: Immagino che questo sia solo l’inizio di una bella avventura. Credi che continuerai a scrivere di vampiri e creature soprannaturali o proverai a cimentarti con un altro tipo di narrazione?



S.: Mi sono già cimentata con altri tipi di narrazione, ma non sono alla stessa altezza. Ti faccio un esempio: un anno e mezzo fa ho partecipato ad un concorso per “Lettere d’amore” e mi sono resa conto che non so parlare d’amore senza renderla una cosa triste, quindi sarebbe complicato scrivere un romanzo normale. Ho provato a scrivere horror e thriller, ma credo di essere troppo tenera per queste cose, forse con il tempo migliorerò e se ne riparlerà.

Comunque tutti gli “scrittori” crescono con gli anni, quindi non mi sento di escludere nuove prospettive.

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