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Intervista fatta all'autrice dal blog "Pane e Paradossi"

Potete trovare questa intervista anche al link http://paneeparadossi.netsons.org/?p=4615 . Ringrazio di cuore il blog "Pane e Paradossi" e la loro rubrica "Letto e Bloggato" per questa opportunità. Un ringraziamento speciale va all'autrice dell'intervista e della recensione.  A voi tutti invece auguro una buona lettura. Con affetto, Emma.

Ciao Emma (aka Silvia ^_^), benvenuta su Pane e Paradossi-Letto e Bloggato. Che ne dici di iniziare raccontandoci qualcosa di te, cosa ami fare, come ti sei avvicinata alla scrittura e qual è il suo ruolo nella tua vita?


Mi chiedi cosa amo fare… domanda difficile, molto difficile. Amo fare tantissime cose: scrivere, cucinare, cantare, leggere e un po’ meno studiare. Mi sono avvicinata alla scrittura circa quattro anni fa, dopo un burrascoso, non troppo tenero, rapporto odi et amo con i libri. Durante le superiori, forse per via della sensazione di costrizione, non ho mai letto libri che non fossero prettamente scolastici (alcuni di questi non li ho nemmeno letti a dire il vero). Con la fine delle scuole mi sono avvicinata al mondo della letteratura e dei romanzi, innamorandomene perdutamente. Con il tempo i soldi divennero sempre meno, così per gioco iniziai a scrivere. Fu così che la mia avventura cominciò. Per il momento la scrittura rimane una bella passione, ma con il tempo spero di farla diventare anche un lavoro. Mai dire mai!



Come nasce “Petali di sangue”? Qual è stato l’input, la situazione o il personaggio che ha dato il via alla creazione del romanzo?


Non penso ci sia stato un personaggio o una situazione che ha dato il via alla stesura del romanzo. Di solito inizio a scrivere e lascio che l’istinto mi trasporti almeno per una decina di pagine, poi mi fermo. Rileggendo l’inizio, stillo una trama che abbia un minimo di senso. Ovviamente la trama non rimarrà la stessa fino alla fine. Via via che scrivo i capitoli, si modifica anche quest’ultima, però un minimo di filo logico lo devo seguire. Se fosse stato per i miei personaggi, avrebbero preso carta e penna e avrebbero scritto ben altro alla conclusione del libro.



“ Petali di sangue “ è il tuo primo romanzo è appartiene chiaramente al genere fantasy / paranormal romance. Rivolgerti a questo genere è stata una tua scelta consapevole o semplice frutto dell’ispirazione del momento? Trovi che ci siano differenze, e se si quali, tra il modo di scrivere fantasy nostrano e quello degli autori nordamericani?


Scrivere un genere fantasy/paranormal romance è una scelta pienamente consapevole. La verità è che non riesco a scrivere una storia senza infilarci un pizzico di magia, sarà che manca nella vita di tutti i giorni… in un certo senso attraverso i miei libri cerco di trasformare il mondo attuale plasmandolo a mio piacimento. Oltretutto non penso che ci siano grandi differenze fra gli autori fantasy nostrani e gli autori nordamericani. Credo semplicemente che loro abbiano più opportunità di noi per emergere e farsi conoscere. Uno scrittore se scrive bene, scrive bene, punto. Non importa se è italiano o americano. Abbiamo tantissimi autori fantasy bravi anche nella nostra nazione, solo che spesso non si conoscono, soprattutto per via della scarsa visibilità nelle librerie.



Questo è il tuo primo libro. Com’è stato scriverlo? Quali sono stati i momenti più importanti e quali gli aspetti che hai cercato di valorizzare e far emergere maggiormente in questa storia?

Confesso, la mia storia di lettrice è iniziata con Harry Potter e Twilight. Bisogna essere onesti e accreditargli il merito d’aver avvicinato tanti giovani e ragazzi alla lettura e quindi ai libri, me inclusa. Attualmente i miei generi preferiti sono i romance, i thriller, gli urban fantasy e i paranormal romance. Non ho autori feticci che leggo e rileggo, ma ho degli autori favoriti come Nicholas Sparks, Maria V. Snyder, Colleen Gleason, Laurell K. Hamilton, Jeffery Deaver e Cecilia Randall.



Visto si è parlato tanto della catastrofista (e per fortuna errata ^_^) previsione Maya ti andrebbe di rivelare ai nostri lettori quale libro salveresti dalla fine del mondo ?


Devo per forza salvarne uno solo? Mi hai messa in difficoltà con questa domanda. È come chiedermi quale dei tanti libri che ho sulla libreria salverei da un incendio… per me sono tutti come piccoli bambini da accudire con tanto amore. Pensa che faccio fatica a prestare i miei libri e non li venderei per nulla al mondo, nemmeno per urgenza di spazio. Piuttosto butto fuori dalla camera l’ultimo paio di scarpe che si è comprata mia sorella. Scherzi a parte, penso che salverei “Nodo di sangue” della Hamilton, perché leggendolo mi sono immedesimata nel personaggio di Anita e mi sono sentita sicura di me stessa per un bel po’ di giorni. Così non avrei paura ad affrontare la fine del mondo…



Progetti per il futuro di cui vuoi darci qualche anticipazione?


Tutti mi chiedono un continuato di “Petali di sangue” anche se inizialmente è nato come libro autoconclusivo. Beh, dovranno aspettare un po’ perché prima ho intenzione di pubblicare un altro libro a cui sono particolarmente affezionata, che si chiama “La chiave dei sogni”. E’ il primo libro in assoluto che ho scritto, ma lo sto riprendendo in mano e riscrivendo capitolo per capitolo… non avete idea degli errori che si fanno nei primissimi libri che si scrivono!
Indicativamente spero di riuscire a pubblicare “La chiave dei sogni” per estate o autunno prossimo, ma su facebook c’è già una pagina dedicata al libro e ogni tanto esce qualche novità. Posso garantire che per il prossimo libro ce ne saranno tante… mi sto già organizzando.
Spero inoltre di poter progettare qualche presentazione per il libro “Petali di sangue” perché la pubblicità non è mai troppa, soprattutto se si è autori esordienti presenti solo sul web e non nelle librerie. Insomma, ho tantissimi progetti per il futuro, quindi se volete restare informati potete iscrivervi alla pagina facebook di “Petali di sangue” o quella nuova de “La chiave dei sogni”. Io vi aspetto e ringrazio il blog per questa intervista. Un abbraccio a tutti. Silvia/Emma.

E anche per questa settimana è tutto ^__^
Ringraziando ancora una volta tutti gli autori e gli editori che continuano a mandarci le loro opere e voi instancabili lettori che ci seguite fedelmente, auguro a tutti una Buona Lettura e, mi raccomando, non perdete il prossimo appuntamento con Letto e Bloggato!

Scrivere “Petali di sangue” è stato emozionante. In ogni pagina c’è un piccolo pezzo dell’autrice e della sua vita. Penso che ogni scrittore, volente o non volente, nei suoi romanzi inserisca le proprie emozioni, anche in base all’umore. Credo che, inconsciamente, nella mia storia abbia voluto dimostrare quanto un amore impossibile possa trasformarsi in qualcosa di realizzabile. Forse l’ho scritto proprio per dimostrare a me stessa quanto, anche nella realtà, due persone completamente diverse possano trovare una strada comune, da poter percorrere assieme. Personalmente vado molto fiera dei miei personaggi. Nessuno di loro è completamento buono o cattivo, esclusione fatta per Selene. Tutti hanno un movente per andare avanti con le loro azioni e i loro progetti e quasi sempre sono spinti dall’amore.



Hai scelto di auto-pubblicare “Petali di sangue” in formato digitale tramite Amazon. Ci vuoi raccontare i motivi di questa tua decisione? È stato tutto come ti aspettavi? Lo consiglieresti anche ad altri giovani autori? Com’è il mondo dell’editoria visto con gli occhi di un’ autrice esordiente?


Ho auto-pubblicato questo romanzo perché ogni editore dice che l’autore dev’essere il primo a credere nella propria opera. “Petali di sangue” è il terzo libro che ho scritto, ma l’unico che sento di poter difendere e in cui credo. Ho aspettato quattro anni prima di decidere e alla fine ho scelto la mia strada. Certo, qualcuno potrebbe dirmi che avrei potuto aspettare di più, ma gli risponderei che è l’esperienza che conta.
Il mondo dell’editoria è tanto vasto e dispersivo, quindi consiglio questa strada solo agli autori che sono pronti a metterci l’anima, tempo e tanto impegno per sponsorizzare la loro opera. Servono sempre nuove idee per non arenarsi. Nessuno ti regala niente. Bisogna essere disposti ad accettare le critiche e farne buon uso: in fondo auto-pubblicarsi non significa “esser arrivati”. Io ho sempre il solito sogno nel cassetto: trovare una casa editrice. Se non dovesse succedere continuerò su questa via, ma sarebbe tutto più facile con qualcuno che ti supporta e che si accolla la maggior parte del lavoro, come la pubblicità e l’editing.



C’è un genere, una forma letteraria, con i quali vorresti cimentarti e che non hai ancora affrontato?


Direi che l’unica forma letteraria che mi sentirei d’affrontare adesso è il romanzo puro e semplice, diciamo alla Nicholas Sparks. Non mi sento portata per l’horror e nemmeno per la fantascienza, però non posso risponderti con sicurezza adesso. Chi avrebbe pensato che mi sarei messa a scrivere e pubblicare un libro cinque anni fa? Solo il tempo potrà rispondere alla tua domanda. Io viaggio con il vento e con le idee del momento.



Da dove parte la tua storia di lettrice? Quali generi letterari ti affascinano? Quali sono i tuoi autori feticcio, quelli che ami leggere e rileggere?

Vi è piaciuta l'intervista? E voi cosa vorreste chiedere all'autrice di "Petali di sangue"?

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